Descrizione
Gioventù in rivolta
Con il libro Let the kids play, Pax Paloscia esalta la fresca naiveté della collana 36 Chambers come 8 libro. Peso massimo della creatività indipendente, decisa a mettere nero su bianco la sua ricerca on the street. Una romana, Pax Paloscia, in giro per il mondo a caccia di stimoli per il suo sguardo, meccanico e interiore. Tra Parigi e New York, con la fotocamera sotto il braccio e una valigia zeppa di ricordi. Ed è proprio la rievocazione, nostalgica e trasognata, dell’infanzia la chiave del suo libro Let the kids play. Metafora di uno stato emotivo, più che anagrafico, da riscoprire come antidoto al cinismo degli adulti. Graffiti, disegni, fotografie, raccolti con lo stesso amore dei fanciulli per gli oggetti-simbolo del loro universo incantato. “Un carnet intimo – scrive Laura Lombardi –, simile alla scatola dei segreti di quando eravamo bambini, piena di tesori inutili ma preziosissimi, tasselli di un mondo in bilico tra realtà e immaginario”. Crescendo, ha ritrovato quel senso di meraviglia nella strada, riserva di autenticità e fucina di emozioni. Zona franca, battuta da nomadi urbanizzati a caccia di non-luoghi da riconquistare. In sintonia con l’immaginario tipico dei suoi lavori artistici, Pax racconta una storia che parla di bambini, musica e paesaggi urbani. Il libro esprime la speciale intensità della natura umana, quel misto di purezza e onestà che facilmente i bambini possono trasmettere, l’inattesa ironia nascosta dietro i nostri gesti quotidiani. Scoprendo che, nell’ordinario, spesso si può catturare lo straordinario.
L'immaginario di Pax
Influenzata dalla street art, Pax Paloscia si relaziona costantemente nei confronti del mondo circostante con una macchina fotografica e una valigia piena di ricordi. La sua passione per la fotografia e la Settima Arte rappresentano la forza trainante della sua ispirazione e posizionano l’immagine figurativa al centro del suo lavoro. Pax Paloscia dipinge come un poeta. La sua sensibilità, profondamente femminile, è tradotta in una grande libertà stilistica. Non vuole proibirsi nulla, anzi, gioca con forme e colori fino ad apparire quasi selvaggia; nei suoi dipinti utilizza molte annotazioni, spezzoni di parole, frasi, più o meno decifrabili. I suoi quadri sembrano un muro familiare, dove si sovrappongono segni e sensazioni pittoriche. Reminiscenze di famiglia, ricordi d’infanzia, contribuiscono a una grande varietà di immagini, situazioni e dettagli significativi, e compongono in questo modo una sorta di diario personale, che alimenta di giorno in giorno la sua creazione. Romana, classe 1974, dopo gli studi classici Pax si diploma all’Accademia d’Illustrazione e Immagine di Roma. A lanciarla nel mondo dell’arte sono le sue installazioni pittoriche e fotografiche e i video legati al mondo dell’infanzia e della strada. Tra gli ingredienti che più influenzano il sui lavoro, le correnti urbane e la street art. Ma la sua vera ossessione rimane la fotografia. A ventidue anni si trasferisce a Milano dove collabora come artista freelance per agenzie pubblicitarie, case editrici, quotidiani e riviste (Rolling Stones, Urban, EnVille, Ventiquattro, Mover). Le sue opere pittoriche e fotografiche sono usate per allestimenti, campagne stampa e affissioni (Mazda, Omnitel, Findus, Levi’s, Fnac). Realizza booklets, copertine e photoshoots per cantanti italiani (Paola Turci, Max Gazzé, Ginevra di Marco, Nada, Stantibailor, La Camera Migliore). Nel 2003 fonda in collaborazione con la critica d’arte Laura Lombardi, un “international visual art network”, focalizzato sulla scena street art internazionale, chiamato “STUDIO14”. Le sue opere pittoriche e fotografiche sono esposte in Italia e in Francia. La sua galleria di riferimento a Parigi e’ l’Addict Galerie (www.addictgalerie.com). Nel 2007 si è diplomata all’Icp-International Center of Photography di New York. Attualmente vive a NY dove continua il suo lavoro di artista freelance.
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