Descrizione
Concrete Archive || Archivio di cemento
Oggigiorno l’importanza delle dimensioni del ‘qui’ e ‘ora’ che hanno marchiato a fuoco la generazione dei Millennials, la sindrome del FOMO (Fear of Missing Out), la diffusione di Snapchat, gli status di Facebook “a cosa stai pensando”, sottolineano un’attenzione spasmodica al presente, necessariamente condiviso, e al raggiungimento di un piacere sempre più concentrato, temporaneo, volatile.
Stefano Canto || Lavorare con il cemento
Il titolo della mostra Concrete Archive resiste al carattere effimero del presente e rafforza l’idea di stabilità e durevolezza del nostro passato. L’immagine di un archivio di cemento se da un lato propone una riflessione sulla nozione di archiviazione, documentazione e registrazione delle azioni dell’uomo, dall’altro suggerisce l’interesse di Stefano Canto nell’approccio architettonico. L’elemento del cemento non solo offre una sua lettura figurativa dell’influenza del tempo che trasforma, smussa, fortifica, ma anche letterale. Alla base della formazione di Canto come architetto, vi è uno spiccato interesse nel concetto di mutazione, e nel rapporto tra artificio e natura, soprattutto con riferimento al paesaggio alterato dalla mano dell’uomo. Nella ricerca di Canto lo spazio è percepito come una griglia, un insieme ordinato di forme geometriche, che si compenetrano e stratificano.
Countrastare il virtuale
Stefano Canto (1974, Roma). Vive e lavora a Roma. La ricerca di Canto esplora le connessioni tra il luogo e il tessuto sociale e indaga il rapporto tra uomo e architettura. I suoi lavori sono stati esposti in Italia e all’estero in numerose istituzioni, tra le quali Biennale di Dakar (2016); Viafarini, Milano (2016); American Academy in Rome, Roma (2015); Biennale Kochi Muziris (India 2014); Museo d’Arte Contemporanea Riso (Palermo 2014); Museo Civico del Marmo, Carrara (2013); Corpo 6 Gallery, Berlino (2012); MACRO, Roma (2012); Museo Carandente, Spoleto (2011); Fondazione Rocco Guglielmo, Catanzaro (2011); MAXXI e Tempio di Adriano, Roma (2009). Nel 2005 è stato vincitore del Premio Roma, e nel 2009 del Premio Terna 02.
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