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L’ARTE DELLA SUBCULTURA CHE SOGNAVA LA MODA

Cos’è la moda se non una combinazione di arte e azzardo estetico?

Partendo da un metodo di valutazione squisitamente estetico che è durato fino al Novecento inoltrato, dalla Beat Generation in poi, si sono presentati dei canoni che non fossero più strettamente basati su un modello estetico oggettivo. Da un certo periodo in poi, la moda è diventata l’”osare”, assumendosi le responsabilità di un cattivo giudizio o di una reazione negativa da parte del consumatore. Una sorta di sfida a chi viene proposto. Un’accettata controcultura presentata al fruitore. “Fruitore” è colui che di fronte ad un input visivo (o meno) ne riceve il messaggio implicito nelle forme e lo metabolizza, partorendo in seguito un’opinione soggettiva (sia questo riferito al puro ambito artistico). Si utilizza solitamente per chi partecipa ad un’esposizione d’arte. Perché la moda non è arte? Esplicitando il concetto di espressione creativa, nel periodo contemporaneo più che mai, si può asserire quanto l’arte e la moda siano intimamente connessi.

Le sfilate non sono altro che itineranti estrosi capi di abbigliamento, presentati non con la mansione implicita di essere “utili”, come originariamente doveva essere, ma spesso troppo bizzarri per essere indossati quotidianamente. E cosa sono se non opere d’arte?

Karl Lagerfeld, art director di casa Chanel, che ultimamente è venuto a mancare, non si può ritenere a tutti gli effetti un’artista sia per considerazione, sia per merito?

Ed è perciò che dallo stretto collegamento, si sono venute a creare più esplicite manifestazioni espresse nella delineazione di una controcultura che ad oggi si è posta sul podio del mainstream, portando tutte le manifestazioni che avessero un punto comune intrecciandosi tra loro.

Gli inizi degli anni Duemila sono quelli in cui DRAGO ha scelto quali correnti seguire tra quelle più vistosamente comuni e le altre: di visione più underground, più contrarie al rispetto della norma sociale, ma piuttosto più legate alla strada, all’opposizione ostentata, contrapponendo all’affettato taglio dei grandi marchi una soluzione che fosse stile e libertà di movimento, di comodità, di forme. Così nasce nel 2003 la mostra “Il Quarto Sesso” a cura di Bonami e il relativo intervento di Ed Templeton, skater e artista statunitense al Palais de Tokyo a Parigi, in seguito a Pitti (nota fiera della moda che si tiene semestralmente a Firenze) e a 55DSL a Milano, iniziando a far intravedere la possibile combinazione tra le idee di moda e arte. Il moderatore e in parte organizzatore dell’evento, Paulo von Vacano, tenute le due manifestazioni per le quali pubblica il libro di Templeton “The Golden Age of Neglect” decide di continuare a puntare sul binomio arte-moda. È quello il momento in cui Nike comincia a rivelare un deciso interessamento all’organizzazione di sporadici eventi legati all’arte, che potessero lasciare un marchio evidente sul prodotto e un ricordo incisivo al momento della presentazione. Contemporaneamente Drago continua a pubblicare libri che interagissero tra i due mondi, sottolineando sempre l’inclinazione ad un netto gusto urbano.

Il contatto tra i due mondi dell’editoria e della moda si concretizza nel momento in cui al Colosseo Quadrato di Roma si realizza “The Art of Speed”, il baluardo avanguardista dell’idea alla quale si sarebbe poi ispirato il “Outdoor”, noto festival romano che punta annualmente a proporre temi generazionali legati ad arte, cultura e stile. Lì, c’era Drago insieme a Nike per la prima volta. Il loro connubio si sarebbe fortificato con un secondo evento per poi mantenere un contatto stabile per un eventuale futuro ancora insieme.

I progetti seguenti sono stati tentativi di combinazione tra espressione artistica ed editoria, che comprendessero un aspetto collegato alla moda. Con gli anni si è cominciata a porre una marcata volontà di usufruire di ciò che piace in un modo che potesse essere non solo l’opera intoccabile affissa ad una parete, ma qualcosa di cui potersi gratificare nel tragitto della quotidianità. Da questa necessità Nike contatta Futura 2000, capostipite del graffito newyorchese; Shepard Fairey fonda il brand OBEY e SUPREME si alterna tra featuring con street artist e artisti di calibro internazionale.

La subcultura che diventa moda, l’underground che s’impone mainstream.

L’impensabile che diventa la nostra realtà odierna.

Obey Picture

ART FROM THE STREETS

  • Autore: Magda Danysz
  • Formato: Softcover
  • Pagine: 232
  • Data di pubblicazione: Gennaio 2018
  • Lingua: Inglese
50,00

CROSS THE STREETS

  • Autore: Paulo von Vacano (ed.)
  • Formato: Softcover
  • Pagine: 288
  • Data di pubblicazione: Aprile 2017
30,00

SHEPARD FAIREY #OBEY

  • Autore: Massimo Sgroi
  • Formato: Softcover
  • Pagine: 140
  • Data di pubblicazione: 2014
  • Lingua: Inglese, Italiano
40,00

THE GOLDEN AGE OF NEGLECT

  • Autore: Ed Templeton
  • Formato: Softcover
  • Pagine: 124
  • Data di pubblicazione: 2003
  • Lingua: Inglese
250,00

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