Interviste Drago

INTERVISTA CON FAITH XLVII

di Alice Ghinolfi

Parliamo del tuo libro “Ex Animo”: come si pone in relazione ai tuoi altri progetti?
Ex Animo è una collezione di lavori che va dal 2002 al 2018. L’attenzione è concentrata soprattutto sullo Street Painting, e descrive un capitolo della mia evoluzione, che mostra come le influenze e le radici del Sud Africa si espandono in una prospettiva più globale.

Che effetto ti fa questo libro?
È una documentazione importante del mio percorso e della mia storia. Attualmente sono in una nuova fase e lavoro su future opere che faranno parte del prossimo capitolo. È quindi simbolicamente significativo incidere alcune di queste opere nella pietra. Una sensazione di completamento, che mi permette di andare avanti. E un punto di riferimento per riflessioni future.

C’è un murales o una serie nel libro a cui sei particolarmente legata?
Sono molto legata a molti dei miei lavori, infatti abbiamo dovuto scartare veramente molto materiale, il che è stato arduo, ma ciò significa che i lavori che alla fine sono stati inclusi nel libro si sono fatti valere. Sono particolarmente soddisfatta dei lavori che affrontano le questioni di immigrazione, LGBTQ e la mancanza di fissa dimora. Sono poi innamorata dei lavori in posti abbandonati. Tanto quanto i Ponti del Warwick Triangle a Durban.

Puoi parlarci un po’ del titolo?
Ex Animo è l’iscrizione latina tradizionalmente posta alla fine di una lettera, si traduce con “Dal cuore” o “Sinceramente”. Quest’espressione riassume l’intento del mio lavoro.

Come è stato collaborare con il tuo editore, Drago ed il direttore creativo Roger Gastman?
Sia Roger che Paulo hanno una profonda conoscenza della nostra cultura, della sua autenticità, e l’importanza di documentarla. È stato un grande onore lavorare con entrambi, ed apprezzo l’attenzione ed il riconoscimento che mi hanno dedicato.

Il libro e la stampa in edizione limitata saranno lanciati il 22 settembre, l’equinozio d’autunno. Che significato ha per te?
Spesso rilascio pubblicazioni e stampe o pianifico mostre in correlazione ad eventi cosmici o planetari, come eclissi, equinozi e cicli lunari. Siamo oramai scollegati dai ritmi della natura, ed è parte del mio credo prestare attenzione all’universo che ci circonda. Pianificare eventi in quei giorni dà maggiore energia ai ritmi della propria vita.

Qual è la tua relazione con la natura? Cosa pensi che gli esseri umani debbano cambiare, nell’approcciarsi alla natura, per migliorare la loro condizione?
Siamo senza dubbio nel mezzo di una rotta di collisione ecologica, oramai è evidente a tutti. Quindi sì, penso sia ovvio che se non cominciamo a lavorare in congiunzione col pianeta, rispettando la natura e gli animali [e l’un l’altro], non resterà molto di questa bellissima Terra tra qualche decennio. Lo sento ad un livello veramente intimo, come una presa di coscienza collettiva di cui tutti dobbiamo essere consapevoli.

Raccontaci di come ti approcci ai tuoi progetti: come concepisci un’idea nuova, come la porti avanti, e dove trai ispirazione.
Essenzialmente ho alcune tematiche che continuano a prendere forme nuove, in gran parte collegate alle filosofie esoteriche orientali ed agnostiche, agli sconfinamenti pagani, agli squilibri economici, sociali, ai diritti umani e all’emancipazione femminile per nominarne alcuni.

Sei nata in Sud Africa ed ora sei di base a Los Angeles. Qual è il tuo primo ricordo legato alla Street Art? Quando hai cominciato?
La mia introduzione alla Street Art è arrivata attraverso i tradizionali Graffiti. A 16 anni fui istruita da Wealz 130 ed ho passai molti anni a sviluppare il mio stile di lettering, iniziò poi ad interessarmi molto ciò che circondava i miei pezzi, alla relazione tra opere e luoghi. È stato uno sviluppo organico durante gli anni, che adesso si muove più a fondo, verso le gallerie e le installazioni.

Da dove proviene il tuo amore per la Street Art?
Mi interessa comunicare con il pubblico, sento che se l’arte ha uno scopo, è quello di darci uno spazio per esprimere la mente collettiva di un’era, favorendo nuove soluzioni e la distruzione di quelle vecchie, rivelando il nascosto, il deforme, il bello e vedere tutto ciò in maniera paritaria. La cultura Street è vera per il giovane, per il futuro, il pubblico generico, l’uomo della strada. Ha il potenziale di raggiungere direttamente persone qualsiasi, appartenenti a tutte le classi. E con l’arte pubblica si può comunicare col linguaggio visivo che trascende le lingue, abbattendo le barriere tra classi e culture.

Ora a cosa stai lavorando? Quando ti rivedremo?
Tre progetti sui quali mi sto concentrando ora sono:
– il debutto di una nuova installazione video immersiva; “The destruction of self” al Moniker Art Fair dal 4 al 7 Ottobre.
Elixir, una mostra personale che aprirà alla Castanier Gallery di Miami il 6 Dicembre 2018
Aurum, Una piece teatrale all’Artscape Theatre for Design di Indaba a Febbraio 2019

Artista

Faith XLVII

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