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CONTACT HIGH : A VISUAL HISTORY OF HIP HOP

CONTACT HIGH : A VISUAL HISTORY OF HIP HOP

International Center of Photography | New York

Fino al 18 Maggio, 2020

Drago, sulla falsa riga della canzone di Krs-One “9 Elements” ha sempre sostenuto che la rivoluzione Hip-Hop avesse avuto un impatto mondiale sia sull’estetica che sullo stile di vita di tutto il mondo. La credibilità e l’innovazione di questo genere hanno fatto esplodere questa cultura trasformandola in quello che io l’editore Paulo von Vacano chiama il “mainstreem delle minoranze”. Un esempio di questa dinamica è l’eccezionale mostra “Contact High: A Visual History of Hip-Hop” a cura di Vikki Tobak allestita nel nuovo International Center of Photography di New York (visitabile fino al 18 maggio 2020). Questa mostra narra la storia del Hip-Hop attraverso immagini scelte di famosi fotografi della scena Hip-Hop. È stato un grande piacere vedere fotografi illuminati come Ricky Flores, Janette Beckmann, Glen E. Friedman, Ricky Powell, Jayson Keeling, Delphine E. Fawundu, Eric Johnson, Joe Conzo Jr, Martha Cooper, Angela Boatwright, Estevan Oriol, Jamel Shabazz e in particolare Lawrence Watson con la sua straordinaria fotografia Have A Nice Day Asshole (“Roxanne Shanté”). Questa mostra è arricchita dalla crème de la crème di fotografie storiche e da un documentario che racconta le immagini dal punto di vista dei fotografi del momento.

Lawrence Watson, Roxanne Shanté, Contact High

Molti dei fotografi delle due mostre sono pubblicati nella nostra antologia di street photography che Drago ha ideato e pubblicato qualche anno fa dal titolo “The Street is Watching: Where Street Knowledge Meets Photography”. La visione Hip-Hop in un’estetica globale.

L’International Center of Photography è la principale istituzione mondiale dedicata alla fotografia e alla sua storia. Cornell Capa ha fondato ICP nel 1974 per sostenere la “fotografia impegnata”, socialmente e politicamente, che esprime immagini mentali che possono educare e cambiare il mondo. Attraverso mostre, programmi educativi, sensibilizzazione della comunità e programmi pubblici, ICP offre un forum aperto per il dialogo sul potere dell’mmagine. Visita icp.org per saperne di più.

“Contact High: A Visual History of Hip-Hop” esplora quattro decenni di fotografia, dalla fine degli anni ’70 ad oggi, documentando una rivoluzione non solo nella musica, ma nella politica, relazioni razziali, moda e cultura. Le immagini, molte delle quali visualizzate accanto ai loro negativi, ci offrono una rara visione del processo creativo dietro alcune delle foto più iconiche dell’hip-hop. Mentre la musica si stava affermando come una forza culturale, i fotografi erano sulla scena, documentando gli spazi urbani in cui l’hip-hop si animava. La musica rifletteva l’esperienza quotidiana; le immagini lo hanno catturato e memorizzato, fornendo una prospettiva necessaria – a volte autorizzante, a volte controversa.

Una singola immagine può definire un momento decisivo, creando un’icona istantanea. E questo è esattamente il punto. La fotografia ha contribuito a plasmare l’hip-hop, che ha sempre riguardato l’auto-definizione. Foto stampa e copertine degli album annunciano l’arrivo di stile, spavalderia, spavalderia, singolarità e abilità artistica che aiutano l’artista a diventare un’icona. Per questo genere che dice la verità al potere, rivendica e concretizza l’identità, idealizza l’autorappresentazione e visualizza la retorica politica, le immagini sono inseparabili dalla musica.

“Jayrock and Kendrick Lamar” dalla mostra “Contact High: A Visual History of Hip-Hop”

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