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“AFTER ILLUSION”, L’ONIRICA AMBIENTAZIONE DEL PADIGLIONE SAUDI ARABIA

Saudi Arabia partecipa alla 58esima edizione della Biennale di Venezia. Il padiglione dedicato al più grande stato arabo dell’Asia Occidentale ha deciso di onorare la propria terra, portando al Padiglione della Biennale la mostra “After Illusion  بعد   توهم” realizzata dall’artista Zahrah Alghamadi.

L’esposizione supervisionata dal Misk Art Institute – un ramo di Misk Foundation fondato dal principe ereditario Badr bin Abdullah bin Farhan Al Saud e dal Ministero della Cultura, è stata intitolata “After Illusion”, ponendo un aspetto onirico alla percezione dell’intero carattere artistico del Padiglione. All’interno del tema della Biennale Arte “May You Live in Interesting Times”, il titolo della mostra si rivela una metafora atta a considerare l’arte in un periodo di crisi: un altro modo di declinare il concetto nascosto dietro i due titoli intimamente correlati. In occasione dell’evento che dall’11 maggio si protrarrà fino al 24 novembre, il principe Badr bin Abdullah bin Farhan Al Saud ha dichiarato che la mostra è un’espressione parallela dell’iniziativa governativa di promuovere la cultura e l’arte nel Paese.

Per spiegare punto per punto l’identità delle opere esposte, è stato realizzato un catalogo pubblicato da DRAGO Publisher, che contiene al suo interno un messaggio dal Ministero della Cultura di Saudi Arabia e in successione i vari punti in cui vengono spiegati i concetti legati all’allestimento del Padiglione e il tema principale che caratterizza l’intera selezione artistica.

La mostra “After Illusion” mira a riconoscere, riconnettere e rivisitare un sentimento già presente nell’animo umano, ma non ben analizzato, così da poterlo riproporre in nuova veste.

“After Illusion” è la realizzazione della curatrice Eiman Elgibreen, della Project Advisor Nada Shabout e di Bahsma Alshathry, Project Manager; il suo titolo trae ispirazione da una frase estrapolata da un antico poema arabo di Zuhair bin Abi Sulma. Il testo datato all’incirca a cavallo della metà del 500 d.C. e del 600 d.C., narra della lotta dell’autore per ritrovare e riconoscere la sua casa ormai dimenticata, dopo vent’anni di assenza. Solo l'”illusione” aiuta il poeta ottantenne a riconoscerla. L’illusione è intesa come stato mentale in conflitto con l’essere umano durante la personale ricerca della “verità”, ma che se giustamente interpretata può essere aiuto inconsapevole alla riuscita dell’impresa.

Eiman Elgibreen, curatrice del progetto, ha dichiarato – riferendosi al tema della Biennale di Venezia di quest’anno: “I sauditi vivono da tempo in tempi interessanti. La loro complicata storia socioculturale ha costretto loro e altre popolazioni, a essere visti come interessanti. C’è un senso di perdita nell’agire culturale e storico dovuto all’egemonia del discorso globale. Il loro significato è stato incapsulato in due angusti momenti storici: l’emergere dell’Islam e la scoperta del petrolio, lasciandoli confusi su come percepire la loro storia al di fuori di quei momenti, in particolare con l’assenza di prove visive. After Illusion è una mostra che offre un tentativo di meditare sul valore dell’incertezza nell’aprire nuove porte all’autocoscienza e alla trasformazione”.

All’interno del catalogo si potrà trovare una visione critica sui lavori di Zahrah Alghamadi, il poema di Zuhair, un capitolo sull’arte contemporanea e la società saudita e molti altri approfondimenti sui concetti che hanno plasmato l’idea di “After Illusion”.

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